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Geolocalizzazione di un contenuto
Strumenti utili
- Google Lens è uno strumento di ricerca che permette di cercare immagini in Rete ed effettuare una ricerca inversa per poter risalire al contesto originario di una foto.
- Chrome RevEye è un’estensione che permette di cercare un’immagine su diversi motori di ricerca (Google, TinEye, Yandex…) con un semplice click.
- InVID è un’estensione del browser per la verifica immagini e video: ad esempio, si possono eseguire ricerche inverse per immagini in contemporanea su diversi motori di ricerca o frammentare video in fotogrammi chiave.
- Google Maps è un servizio di Google che consente la ricerca e la visualizzazione di carte geografiche e di immagini delle strade.
- Google Earth è uno strumento che permette di analizzare immagini virtuali della Terra tramite l’utilizzo di immagini satellitari e fotografie aeree.
Spesso sui social media ci imbattiamo in foto o video che attirano la nostra attenzione. Molte volte, però, queste immagini circolano online senza chiari riferimenti spazio-temporali. Non possiamo insomma avere un contesto chiaro di quello che stiamo guardando. Altre volte, invece, i riferimenti ci sono, ma sono sbagliati e traggono in inganno. Queste situazioni possono favorire la diffusione di disinformazione.
Per evitare tutto ciò, in questo articolo impareremo a utilizzare approcci critici e strumenti online (in inglese tool) che ci permetteranno di capire quando e dove un fatto catturato in una foto si è verificato e avere in questo modo più consapevolezza di quello che ci appare scorrendo il nostro feed social.
Le domande da porsi
Come si legge nel Verification Handbook, manuale che spiega come verificare le notizie e contrastare la manipolazione della disinformazione, quando ci imbattiamo in foto o immagini online è necessario avere un approccio critico, ponendosi ad esempio alcune semplici domande.
Conosco il luogo dove è stata scattata? Sono a conoscenza della data esatta della foto? Rispondere a queste domande permette all’utente di avere un’idea precisa e contestualizzata di un’immagine che passa di bacheca in bacheca e di non cadere nella trappola della disinformazione.
È importante precisare che non esiste un modo univoco per geolocalizzare un contenuto social. Ad esempio, i passaggi dell’analisi di una foto saranno differenti rispetto a quelli di un video. In generale, comunque, il processo da utilizzare è lo stesso: stare attenti ai dettagli e usare alcuni strumenti online gratuiti e accessibili a tutti.
Gli strumenti da utilizzare
Vediamoli ora un esempio concreto di geolocalizzazione che permette di mettere in pratica alcune di queste tecniche.
Prendiamo un caso di disinformazione di cui ci siamo occupati a Facta a giugno 2023.
Sui social media era diventata virale la foto che mostrava parte di un cavalcavia, che sembrava pronta a crollare. L’immagine era accompagnata da un commento in cui veniva indicato che la struttura pericolante si trovava lungo la tangenziale di Napoli, all’uscita Corso Malta. Come si può intuire, si trattava di un contenuto che poteva creare allarmismo tra le persone della zona, che magari ogni giorno passavano per quel tratto di strada.
Per scoprire se davvero le cose stavano come affermato nel contenuto virale, come prima cosa abbiamo effettuato una “ricerca inversa delle immagini”. La tecnica permette di ricostruire quando una foto è apparsa online e arrivare a volte alla data esatta dello scatto. Per effettuare questa ricerca si possono utilizzare diversi strumenti presenti in Rete, come ad esempio Google Image Search, Yandex Image e TinEye.
Tramite questa ricerca abbiamo così scoperto che l’immagine era stata originariamente pubblicata sul sito di un noto programma televisivo il 3 ottobre 2018, con la didascalia «Napoli, viadotto ex SS162». Come si leggeva nell’articolo, si trattava di uno scatto realizzato all’epoca da un lettore e inviato alla redazione televisiva del programma per denunciare la presunta mancanza di manutenzione del tratto di strada ripreso. Dunque, non si trattava di una foto di giugno 2023, ma di cinque anni prima.
Una volta individuata la coordinata temporale, siamo passati a geolocalizzare la foto per risalire alla coordinata spaziale. Uno strumento utile al nostro scopo è Google Maps, servizio sviluppato dal celebre motore di ricerca che consente la ricerca e la visualizzazione di carte geografiche e immagini delle strade.
In questo modo abbiamo ricostruito che alcuni elementi del tratto ripreso in foto, come i cartelli stradali e il paesaggio intorno, non corrispondevano a quelli presenti all’uscita Corso Malta della Tangenziale di Napoli. Partendo invece dall’indicazione presente sotto la foto pubblicata sul sito della trasmissione televisiva («Napoli, viadotto ex SS162»), e sempre utilizzando Google Maps, abbiamo potuto verificare che la foto virale mostrava in realtà un viadotto lungo l’ex strada statale 162, sempre a Napoli.
È bene però precisare che le immagini di Google Maps non sono in tempo reale. Vengono comunque aggiornate spesso ed è possibile vedere la data di quando l’immagine della strada è stata ripresa (nel riquadro nero in alto a sinistra sullo schermo).
Utilizzando poi i classici motori di ricerca, si può scoprire che nel 2019 l’ufficio con responsabilità per le infrastrutture del Comune di Napoli aveva dichiarato che quello che si vede in foto non era né un cedimento, né una mancata manutenzione dell’infrastruttura ma «la normale realizzazione di congiuntura tra due strutture».
Tramite un approccio critico e un uso mirato di strumenti online abbiamo così capito che la foto virale era un caso di disinformazione. Questa tecnica può rivelarsi molto utile nei contesti emergenziali, quando informazioni non verificate iniziano a circolare senza sosta e rintracciare i luoghi di incidenti, eventi naturali o bombardamenti diventa letteralmente una questione di vita o di morte. Vi lasciamo con il video di una nostra geolocalizzazione risalente al 2023, durante il violento terremoto che ha colpito il sud della Turchia e il nord della Siria, provocando in totale oltre 1.200 vittime.
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